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G

Generale

Esclusione sociale

In relazione alla povertà, questa va ben oltre il concetto di reddito, includendo la deprivazione non solo dei beni materiali ma anche di quelli non-materiali, che può condurre, in alcuni casi, all’“emarginazione sociale, economica e politica”[1].

Il concetto di esclusione sociale include:

•   condizioni di vita in stato di povertà (in relazione ad: abitazioni, alimentazione, indumenti…);

•   condizioni di povertà relative alla salute e alla difficoltà di accesso alle cure sanitarie;

•   ostacoli alla partecipazione alla vita pubblica e/o sociale;

•   ostacoli nella partecipazione alle attività culturali;

•   senso di isolamento dalla comunità, sia da un punto di vista emotivo che psicologico.

 

L’integrazione sociale rappresenta “il processo attraverso cui gli individui diventano una parte di un sistema sociale, accettandone i valori che ne definiscono l’ordine normativo (…) attraverso la trasmissione dei modelli culturali e dei modelli comportamentali dominanti forniti dalla famiglia, dalla scuola e dal gruppo primario”.[2] Secondo questa affermazione, tuttavia, l’idea di integrazione rinvia al concetto di “assimilazione” (che non prevede lo scambio reciproco), che secondo Castle e Miller: “può perpetuare il senso di emarginazione e il conflitto”.[3] Secondo quanto affermato dal Common Basic Principles for immigrant integration Policy in the EU, l’integrazione è “un processo dinamico, che va in due direzioni, di reciproco adattamento tra tutti gli immigrati e i residenti degli Stati Membri”[4], a cui si accompagna, da una parte la necessità di rispettare i valori fondamentali dell’Unione Europea, e dall’altra la garanzia al diritto di praticare diverse culture e religioni come sancito della Carta Fondamentale dei Diritti Umani.

L’inclusione aggiunge al concetto di integrazione sociale anche quello di una relazione di influenza reciproca tra la persona e l’ambiente.

 

Cultural peer learning (CPL) - Apprendimento culturale tra pari

Ci sono tre tipi di affermazioni che riguardano l’apprendimento culturale peer-to-peer che noi condividiamo all’interno del progetto CULPEER FOR INTEGRATION:

•    una tecnica educativa che coinvolge gruppi di pari nell’insegnamento e nell’apprendimento delle abilità culturalmente perseguite (teatro, musica, scrittura, arte, esibizioni, danza, lingua, circo, acrobati, tecniche artistiche elettroniche, esibizioni combinate)

•    il coinvolgimento dei pari nell’apprendimento di culture differenti

•    il coinvolgimento dei pari, con differenti backgrounds culturali, nell’apprendimento desiderato di competenze culturali ed interculturali

 

Apprendimento formale, generalmente erogato dalle istituzioni educative o formative, con obiettivi, tempi e materiale di supporto per l’apprendimento, strutturati. E’  un apprendimento intenzionale da parte dell’allievo e dà luogo ad una certificazione.

 

Apprendimento non-formale, che non è erogato da un’istituzione educativa o formativa e generalmente non dà luogo ad una certificazione. Tuttavia è un apprendimento intenzionale da parte dell’allievo e ha obiettivi, tempi e supporto strutturati.

 

Apprendimento informale, risultato delle attività quotidiane relative al lavoro, vita famiglia o ludica. In molti casi l’apprendimento non è intenzionale da parte dell’allievo.


Webgraphy:

[1]G. Paolini, "Youth Exclusion and Lessons from Youth Work; Evidence from Literature and Surveys", Education, Audiovisual and Culture Executive Agency (EACEA), European Commission - http://eacea.ec.europa.eu/youth/tools/documents/social_exclusion_and_youth_work.pdf

[1]http://www.treccani.it/enciclopedia/integrazione-sociale_%28Enciclopedia-delle-scienze-sociali%29/

[1] “Integrazione (inclusione/esclusione, interazione, assimilazione, multiculturalismo):

http://www.parlarecivile.it/argomenti/immigrazione/integrazione.aspx

[1]Council of the EU, Press release 14615/04:

 http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/jha/82745.pdf