Il gioco è un'attività transculturale che costituisce una base di condivisione spontanea comune (e immediata) per tutti i giovani coinvolti. Il gioco, proponendo una cornice di regole rassicuranti, stimola il desiderio di interagire sottolineando l'attenzione su un obiettivo raggiungibile, inserendo affetto, creando contatti e legami relazionali, promuovendo l'uso di risorse creative e azioni per il "problem solving" (soluzione dei problemi), agevolando la partecipazione per tutti.

L'essenza transculturale all'interno del gioco, inoltre, crea contesti vivi in ​​cui le relazioni si sviluppano liberamente e non formalmente.

 

La cornice delle regole stimola la partecipazione attiva e permette di superare le barriere - ad esempio il linguaggio (i contesti informali e non formali inducono bambini e giovani a osare e sperimentare di più) - favorendo la tendenza di una libera espressione e l'apertura a nuove relazioni comunicative, affrontando potenziali confronti o resistenze nel lavoro in classe.

 

Le tecniche espressive (come il disegno, teatro, ecc.) sono alla base della creazione di un clima pluralistico. I metodi didattici connessi al mondo del teatro sono particolarmente efficaci per elevare punti di forza, convinzioni, esperienze e caratteristiche individuali che sono enfatizzati dalla recitazione ed espressi esternamente. Le attività teatrali hanno anche un impatto positivo sulla dinamica del gruppo, spingendo verso l'osservazione degli altri e il decentramento della materia. Recitare ed esibirsi significa "mettersi nei panni di qualcun altro", cercando di essere quel qualcuno, adattandosi a un comportamento e contesto non familiare, trovando esperienze e sentimenti comuni con i personaggi da rappresentare, anche se diversi e lontani dal sé. Questo è il motivo per cui le tecniche e le attività teatrali tendono ad avere un effetto positivo sulla decostruzione dei pregiudizi e sulla sensibilità interculturale[1].


In questo video, ad esempio, l'attrice Mirjana Joković, esprime uno dei doni dell'atto recitativo: essere in grado di "vedere noi stessi e perdonare noi stessi". E in questo processo - dice Mirjana - dobbiamo imparare a perdonare gli altri, avendo il bisogno di vedere e riconoscere le nostre imperfezioni e di celebrare la vita ".

  

  




[1] Franca Zadra. Convivere nella diversità. Competenze interculturali e strumenti didattici per una scuola inclusiva -

http://schoolkit.istruzione.it/schoolkit/organizzare-attivita-cooperative-learning-jigsaw/




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